Roald Dahl: 20 cose (che forse non sai) sul celebre autore di libri per l’infanzia

Il nome di Roald Dahl per tutti i bambini nati negli anni ’80-’90 conserva un sapore d’infanzia. È un nome dal retrogusto dolce che, al solo pronunciarlo, si scioglie in bocca proprio come la tavoletta di cioccolato al latte che, nell’immaginario romanzesco, Willy Wonka porge a tutti coloro che entrano nella sua incantevole Fabbrica di cioccolato.

Lo scrittore morì il 23 novembre 1990 all’età di 74 anni; da tempo era malato di leucemia. La sua mirabolante parabola terrena si concluse in pompa magna con un funerale vichingo, un ultimo rocambolesco omaggio a un uomo che aveva vissuto non una, ma mille vite.

L’esistenza di Roald Dahl, del resto, fu sopra le righe fino alla fine.

Roald Dahl e i libri per l’infanzia

Lo scrittore Roald Dahl ha aperto la mente dei bambini a nuovi mondi, in cui la paura e il desiderio di avventura diventavano un tutt’uno, proiettando così i piccoli lettori sulle montagne russe dell’immaginazione.
Dahl oggi è definito il “maestro dei racconti dell’orrore allegro” perché seppe rinnovare il genere delle fiabe per bambini immettendovi un particolarissimo ingrediente “horror”.

L’horror di Roald Dahl è tuttavia di una fattura molto originale, capace di combinare paura e avventura, paura e fantasia. I romanzi dello scrittore di origine norvegese infatti non fanno accapponare la pelle dal terrore, ma sono capaci di insinuare nella mente quella fascinazione che spinge ad andare avanti con la storia sino a sfidare le proprie paure.

Le fiabe stregate di Dahl

Dahl ebbe una grande intuizione, che in fondo può essere vista come la base fondante della sua letteratura per l’infanzia:

I bambini amano l’orrore perché sanno di avere in sé una parte di orrore, sanno che la battaglia con le streghe e i giganti è ad armi pari più di quanto possa sembrare.

Nei suoi capolavori, La Fabbrica di cioccolato (1964), Il GGG (1982), Le streghe (1983) e Matilda (1988), l’autore tesse una trama caratterizzata dall’imprevedibile che ammalia i bambini di ogni tempo.

Le storie di Dahl sono delle fiabe stregate ed è proprio questo loro ingrediente quasi proibito, questa loro capacità di parlare senza servirsi propriamente del linguaggio riservato all’infanzia, che le rende tanto amate dai più piccoli.

L’ingrediente magico, orrorifico e imprevedibile che caratterizza i suoi racconti Roald Dahl lo prese dalla sua stessa vita. Un’esistenza picaresca, che riuscì a combinare meraviglia, paura e avventura all’ennesima potenza.

20 cose che forse non sai su Roald Dahl

Più che uno scrittore, Roald Dahl fu un vero e proprio personaggio. Ma del resto tutti i grandi scrittori sono un po’ dei personaggi, non è vero?
La biografia dell’autore è romanzesca e avvincente, come una saga d’avventura.

Roald Dahl nacque nel 1916 a Llandaff, nel Galles, da genitori norvegesi.
Trascorse l’infanzia e l’adolescenza in Inghilterra e a soli diciotto anni partì alla volta dell’Africa per lavorare presso una compagnia petrolifera. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale si arruolò come pilota nella RAF: la sua prima missione si concluse con uno schianto al suolo, dal quale uscì vivo per miracolo. Dopo il congedo raggiunse gli Stati Uniti per conto del controspionaggio alleato e fu così che scoprì la propria vocazione di scrittore.

Ma al di là del puro dato biografico, scopriamo 20 curiosità su Roald Dahl:

  1. Roald Dahl era alto 1,96 metri. Proprio come il Grande Gigante Gentile protagonista del suo celebre libro.
  2. Andava male a scuola. “Il ragazzo rappresenta un raro caso di indolenza e analfabetismo” scrissero di lui gli insegnanti. Dahl decise quindi di rinunciare al college per partire alla volta dell’Africa.
  3. Sperimentò la crudeltà dei collegi inglesi. Le punizioni efferate che lo scrittore narra nei suoi libri le aveva sperimentate sulla propria pelle. Un giorno la madre decise di ritirarlo dalla scuola a seguito delle frustate subìte.
  4. Scriveva tutti i giorni per 4 ore al giorno: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.
  5. Scrisse tutte le sue storie all’interno di un rifugio, denominato Gipsy House. Una casetta in muratura costruita all’interno del giardino della sua abitazione nel Buckinghamshire.
  6. Sulla sua scrivania conservava una collezione di oggetti inverosimili: carta stagnola appallottolata, matite HB appuntite, quadernetti gialli e un tagliacarte formato dall’osso della sua anca che gli era stato asportato in seguito a un intervento chirurgico.
  7. Roal Dahl inventò ben 283 neologismi: le parole da lui inventate prendono il nome di “gobblefunk words”, sono disseminate in tutti i suoi libri. Ora sono state raccolte in uno specifico dizionario della Oxford Dictionary.
  8. Era golosissimo di cioccolato, proprio come i protagonisti dei suoi libri. Teneva sempre una tavoletta di cioccolato a portata di mano.
  9. Sposò l’attrice inglese Patricia Neal, premio Oscar nel 1963 con il film Hud Il Selvaggio con Paul Newman. La coppia ebbe 5 figli.
  10. Si racconta che Dahl, in virtù del suo bell’aspetto, fosse anche un Dongiovanni incallito che sedusse molte donne appartenenti all’alta borghesia britannica.
  11. Brevettò la valvola WDT (Wade-Dahl-Till) per la cura dell’idrocefalo, malattia di cui soffriva il figlio Theo.
  12. La figlia Olivia morì di morbillo. A lei è dedicato il libro GGG.
  13. L’illustratore di quasi tutti i suoi libri fu l’amico Quentin Blake, l’unico cui fosse concesso di entrare nel suo rifugio di scrittura.
  14. Roald Dahl ha scritto la sceneggiatura di alcuni film di James Bond 007, in accordo con l’autore dei romanzi Ian Fleming con il quale aveva lavorato nei servizi segreti in tempo di guerra.
  15. Negli anni ’50 i diritti di alcuni suoi racconti furono venduti ad Alfred Hitchcock per realizzare la serie televisiva I brividi dell’imprevisto.
  16. Spesso i suoi libri furono censurati o ritardati nella pubblicazione. Si criticava l’uso eccessivo di neologismi, la descrizione delle punizioni corporali e la terminologia spesso irriverente.
  17. Fu autore della sceneggiatura del film Gremlins prodotto da Steven Spielberg per Walt Disney.
  18. Alla sua morte Roald Dahl fu sepolto in seguito alla celebrazione del rito di un funerale vichingo. Nella sua tomba furono riposte tavolette di cioccolato, la sua collezione di matite HB, vino di Borgogna e una sega elettrica.
  19. In Inghilterra il suo libro La Fabbrica di cioccolato restò in vetta alle vendite per ben venticinque anni. Ne sono state stampate oltre 13 milioni di copie.
  20. Ancora oggi la Roald Dahl Foundation devolve il 10% dei diritti d’autore derivati dalla vendita di tutti i libri a favore dei bambini colpiti da patologie neurologiche ed ematiche, tema su cui Dahl fu molto sensibile a causa delle malattie che colpirono i suoi figli. Ai bambini Roald Dahl aveva dedicato le sue storie più belle, dopotutto, ed è giusto che lo scrittore continui a prendersi cura di loro, persino dall’aldilà, come nelle favole.

Fonte: Roald Dahl: 20 cose (che forse non sai) sul celebre autore di libri per l’infanzia (sololibri.net)